00 07/09/2011 20:01
Living in the past

Novembre 1992, Gerusalemme.
Ancora non riuscivo a credere alle infinite possibilità che mi erano state concesse. Mi ero Laureato da appena un anno in Archeologia all'Università Ebraica di Gerusalemme ad appena 25 anni, specializzandomi in Archeologia Antropologica e Architettonica con buoni risultati. E Adesso mi erano stati concessi dei fondi per portare in pratica ciò che avevo teorizzato nella mia tesi di laurea. Ekron. Sono emozionato, i trattati storici di Jerba e le lettere di Handelm fanno riferimento al solito luogo, avvalorati dalle scritture del vecchio testamento e dalle poesie di Maometto. Solo 25 chilometri a sud est di Gerusalemme, solo 25 chilometri mi separano da un antico e misterioso luogo, fondamentale della nostra storia. Nel vecchio testamento, vi è scritto che ad Ekron vi era custodita per un periodo la Sacra Arca dell'Alleanza. E se vi fossero altre reliquie? Fremo dalla impazienza... ancora qualche giorno.

Febbraio 1993, Scavi di Ekron.
La tensione è alta, gli scavatori stanno dando il massimo, ma il freddo e l'assenza di prove stanno fiaccando il morale della spedizione. Comincio a temere per la mia reputazione. “ un ennesimo errore commesso dalla giovane inesperienza” diranno i luminari dell'università... confermando il parere di mio padre. Anche stavolta non ha risposto alle mie missive. Speravo che con una affermazione notevole nel campo che ho scelto almeno si sarebbe degnato di parlarmi, ma invece...
Lasciamo perdere...

Marzo 1993, Scavi di Ekron.
Non ci posso credere....abbiamo trovato l'entrata di una specie di pozzo architettonico, finalmente dopo tre mesi di scavo abbiamo trovato un reperto! L'indomani mi accingerò ad avventurarmi nelle profondità di quell'oscuro abisso. Sono molto eccitato! La mia teoria stà prendendo vita, dimostrerò a tutti che avevo ragione, e intanto stasera festeggeremo! Ho già mandato una missiva all'Università, per aggiornarli su i miei risultati. Confesso che speravo di trovare qualcosa di più, ma questo è già un ottimo risultato.

Marzo 1993, Pozzo di Ekron.
Il pozzo è profondo ben 27 metri, l'ambiente è stranamente umido e caldo, verso metà del pozzo vi sono delle infiltrazioni d'acqua, residui di vecchie falde acquifere. Per mia fortuna l'acqua non supera il mezzo metro alla base del pozzo, e lì, vi ho trovato una pietra, una specie di monolito eroso dal tempo....ma ancora leggibile, è alto 35 cm e largo 71, su di esso vi sono 72 lettere, suddivise su 5 righe, ad occhio e croce la lingua utilizzata è una variante dialettale dell'ebraico antico, niente di intraducibile, ma mi serve più tempo. Il resto del luogo sembra disadorno, e archeologicamente irrilevante, anche se....c'è qualcosa che non mi quadra in tutto questo, ho una vaga sensazione di essere in presenza di qualcosa di più grande, più antico e maestoso e che sfugge al mio raziocinio. Quando risalgo il tortuoso pozzo, portandomi appresso l'antico monolito, sento una parte di me che grida di rimanere, ma mi sforzo di ignorarla e continuare la risalita. Sento le incitazioni degli scavatori nel accogliermi. Il successo e lo studio mi attendono a Gerusalemme.

Marzo 1993, Gerusalemme.
La scoperta che ho fatto è quasi miracolosa. La pietra che ho trovato, risale al VII secolo a.c.
La scrittura, come supponevo, è Ebraico Antico. Esso è un importante documento che testimonia la veridicità di alcuni passi della Bibbia che fanno riferimento alla città filistea di Ekron, una delle cinque città più importanti del regno dei Filistei, e di cui si parla una prima volta nel Libro di Giosuè (13;2-3). Un secondo riferimento si ha nel I Libro di Samuele (5:10; 6:1-8) quando si nomina Ekron come l'ultima città in cui venne portata l'Arca dell'Alleanza dai Filistei prima che essa fosse riportata in Israele.
Un terzo riferimento si trova in Re (1:2) e fa riferimento al culto di Ball Zebul, noto anche come Beelzebub a cui il re di Ekron Akish inviò dei messi per avere un responso. Proprio in riferimento a quest'ultimo passo l'iscrizione conferma l'esistenza di questo sovrano e della sua città così come sono menzionati nella Bibbia, citando la linea di sangue del sovrano di Ekron, fornendo due nominativi che sono presenti in testimonianze archeologiche diverse dal testo biblico.
L'iscrizione infatti recita:
Questo tempio fu costruito da Akish, figlio di Padi, figlio di Yasid, figlio di Ada, figlio di Ya’ir, capo di Ekron, per Ptgyh, sua signora. Possa ella benedirlo, e custodirlo, e prolungare i suoi giorni, e benedire la sua terra.
L'iscrizione è fondamentale perché testimonia il culto di una divinità, la Signora di Ekron Ptgyh che lo studioso Aaron Demsky tende a interpretare come Potnia, nome che può essere ricollegato ad uno degli attributi della Grande Madre intesa appunto come Potnia theron.
È veramente impressionante, che in questo blocco siano racchiuse così tante informazioni... il mio primo e più importante reperto... ma tuttora qualcosa continua a sfuggirmi...
ho analizzato anche i campioni presi dal pozzo. Il materiale del pozzo è gneiss, una pietra non troppo comune in questa regione, ma molto resistente alle intemperie del clima e del tempo, mentre l'acqua è tendenzialmente potabile, anche se il livello di sali minerali è lievemente sopra la media.
La cosa che più mi ha colpito è il terreno infondo alla struttura, argilla impermeabile.
Devo dormirci sopra, qualcosa di infinitamente banale mi sfugge e ancora sono troppo preso dal recente ritrovamento.
Aprile 1993, Gerusalemme.
La notizia del ritrovamento si è diffusa, e molti Archeologi di fama Internazionale mi hanno contattato con missive di congratulazioni, sono fiero di me, e vorrei che lo fosse anche la mia famiglia. Il mio nome era su tutti i quotidiani Israeliani, ma lui, non mi ha ancora contattato. Dove sto sbagliando? Perché mio padre non vuole concedermi pace?
Tra un mese, l'incisione di Ekron sarà esposta nel museo Nazionale di Gerusalemme. Un monumento alla mia ricerca, che sarà povero d'approvazione delle persone a me care. Miseria al miserabile.
Aprile 1993, Gerusalemme.
Sono uno stolto! Perchè non vi ho pensato prima! Se l'argilla in fondo al pozzo è impermeabile, e le infiltrazioni durano da secoli, ci dev'essere un ennesima stanza nascosta in cui l'acqua sfocia, magari un altra stanza, contenente altri reperti...
Quella sensazione che mi aveva pervaso nel pozzo, non mi permise di avvertire nessuno, e al tramonto ignorando tutto e tutti, presi il fuoristrada e mi precipitai, con attrezzi alla mano verso il pozzo... il viaggio fu breve, ma la mia mente elaborava miriadi di teorie e contro teorie per frenare l'eccitazione surreale di quel momento, o sarei finito sicuramente fuoristrada rischiando l'osso del collo.... con tutto ciò che avevo immaginato, non mi sarei mai aspettato...tutto questo...

Archaic Revelations

Aprile1993,Pozzo di Ekron.
Ero giunto infondo al pozzo, nell'area degli scavi tutto taceva, e le luci degli accampamenti degli scavatori erano spente. Nessuno sapeva che io ero li, e a buon ragione, visto che solo un pazzo si sarebbe intrufolato di notte in un cunicolo oscuro che accoglieva solo argilla e rocce. Il mio sesto senso mi diceva che l'intuizione era giusta, quindi con torcia e piccone alla mano, cominciai a cercare il passaggio dove l'acqua filtrava e dopo circa un ora la trovai... delle rocce erano leggermente spostate, come se fossero state murate in tutta fretta, e l'argilla essiccata era poco solida, con un paio di buone picconate, riuscì a spostare i primi due pietroni già traballanti, e con l'ausilio della torcia elettrica, mi avventurai per un breve ma tortuoso cunicolo. Esso si aprì in un ampia camera pervasa da aria rafferma, ma comunque respirabile. Aveva un odore talmente antico che difficilmente mi scorderò quel momento memorabile. All'inizio non feci caso all'ambiente, ma solo al pensiero che la mia mente sprigionava con tremendo entusiasmo.... a distanza di un mese, avevo fatto un altra mirabolante scoperta...
La luce della torcia, illuminava a poco a poco tutto l'ambiente. Il luogo era addobbato secondo usanze Assire, quindi dopo la conquista del regno Israeliano dall'Impero Assiro. Quindi doveva essere posteriore alla distruzione della città al massimo di 30-40 anni. Sembrava una stanza funebre, precisamente di una donna, visto gli oggetti funebri depositati nella stanza, tra cui uno specchio d'oro e argento, con il vetro ormai opaco e l'argento consunto, un pettine eroso dal tempo rifinito in pietra onice e un diario ormai illeggibile e consumato dal tempo in pelle di pecora, tutto poggiato su di un altare in pietra finemente lavorata. La stanza era umida e l'acqua arrivava alle ginocchia, e a sua volta doveva filtrare dal pavimento terroso, anche se il soffitto e le pareti sembravano costruite da mano d'uomo e anch'esse piene di bassorilievi e dipinti raffiguranti la guerra che sottomise il popolo Israeliano. Studiando le figure sulla parete mi accorsi che in mezzo alle figure di uomini, una donna con aria maestosa e che in qualche modo trascendeva la mera umanità guidava gli Israeliani. Qualche figura dopo, altri tre esseri di eguale splendore, comparvero a fianco dei guerrieri Assiri, e sottomisero la loro Leader, e la storia delle pareti fece vedere che la sigillarono in una tomba alla sconfitta di Israele. Sembrava che il rito fosse stato preso come una sorta di funerale ad una divinità antica, e studiando meglio la raffigurazione di lei, mi accorsi che probabilmente, metaforicamente parlando doveva essere la Grande Madre di cui si parla nel Monolito di Ekron, Ptgyh. Stavo ragionando sulla inesauribile fama che mi sarei procurato rivelando al mondo la mia scoperta, quando, indietreggiando per osservare complessivamente le raffigurazioni sulle pareti, mi imbattei in un grosso oggetto al centro della stanza, che non avevo notato essendomi diretto direttamente alle pittografie sulle pareti. Era un grosso sarcofago di pietra bianca come il latte, sgranai gli occhi per la mia stoltezza, e non aver carpito subito che in una stanza funebre, ci DEVE essere una bara...
Sul sarcofago spiccava un bassorilievo di una donna, simile a le immagini della dea nei dipinti a muro. Rimasi ad osservare quella bellissima figura per molto tempo, e una voce, dentro la mia testa si fece sempre più forte, simile alla sensazione che provai la prima volta che ero nel pozzo. La voce diceva di aprire il sarcofago. Io mi rifiutai mentalmente, allontanando quella malsana idea dalla mia testa, ma ero giovane, e la seduzione del mistero e l'imprudenza ebbero la meglio sul mio raziocinio. Cominciai a spingere la lastra che copriva il sepolcro, e mi accorsi che era più leggera di quello che sembrava, e incredulo in pochi minuti riuscii a farla scivolare dolcemente dall'altro lato, poggiandola con un estremità a terra. Mi preparai ad osservare i resti di una presunta divinità Israeliana, sorridendo alla credenza dei vecchi popoli. Passai la torcia nel letto mortuario e...un tremito mi percorse la schiena, e rimasi pesantemente scioccato dalla visione. La torcia mi cadde e si fece buio, rimasi paralizzato con l'ultima immagine in testa che attanagliava ogni mio muscolo. Non c'era uno scheletro polveroso, ne una mummia, ma una donna, una donna di infinita bellezza, tale quale al bassorilievo sulla tomba, sembrava che l'età non l'avesse toccata, e la cosa rendeva il tutto tremendamente sbagliato e contorto. La sua carnagione era scura. Così scura che ricordava i nativi del centro dell'Africa, ma al contempo aveva lineamenti mediorientali, e una pelle talmente perfetta che sembrava pietra liscia, era vestita con pochi veli bianchi, che lasciavano intravedere le sue armoniose curve femminili, tanto belle da far impazzire, se fosse stata viva, qualsiasi uomo, me compreso. Dopo svariati minuti di esitazione ripresi la torcia, e mi accinsi ad osservare nuovamente quella Dea. Era veramente affascinante e quella voce, mi disse di accarezzarle il volto, e in quel momento cominciai a dubitare che quei pensieri fossero miei, e dopo molti attimi di esitazione, accarezzai il volto di quella donna. Le mie mani erano piene di ferite a causa dello scavo e sanguinavo moderatamente, anche se non era niente di grave, e accostando la mia mano al suo volto la sporcai di sangue, la sua pelle era fredda al tatto, ma tuttavia vellutata e morbida, cosa così stupefacente che aveva reso il tutto ancora più bizzarro. La osservai e la voce nella mia testa scomparve del tutto. Gli occhi di lei, in uno scatto si aprirono, mi cascò di nuovo la torcia elettrica e stavolta sentii il vetro che si infranse battendo contro uno spigolo del sarcofago per poi sprofondare nelle acque. Il terrore mi paralizzò, e rimasi drasticamente immobile con la mano vicino al suo volto, senti afferrare delicatamente il mio avambraccio e tentai di ritirarlo, ma fu inutile, la sua presa era dolce ma inamovibile, e dopo una fitta di dolore, provai una sensazione piacevole, come un vago stordimento ed estasi mischiate in una danza antica e mortale, mi sentii più debole, e quando mi ripresi, l'acqua non c'era più nella stanza, e sedevo poggiato su di una roccia a forma di sedia, c'era luce, le torce spente alle pareti, vecchie di più di duemila anni, magicamente erano accese, dando una lieve illuminazione alla camera. D'istinto mi guardai l'avambraccio, ma non vi era traccia di ferite, però mi sentivo debole e fiacco. Poi mi resi conto che lei era lì, e mi osservava, non capisco come abbia fatto a non notarla, visto che era davanti a me, ma ormai cominciavo a dubitare della mia sanità mentale. Ella mi parò in un arcaico linguaggio di origine sicuramente Ebraica, ma anche se attanagliato dalla paura, scossi la testa per la mancanza di comprensione, allora riprovò in Aramaico, e finalmente compresi. Mi disse di rivelargli il mio nome e con titubanza risposi, lei sorrise, e mi rivelò di essere Amhea e che io l'avevo ridestata da un lungo sonno, mi accorsi che mentre parlava, lei sapeva già molto più di quanto le mie parole potessero rivelare, e infatti sapeva che ero ebreo e che ero uno studioso, anche se non comprendeva cosa fosse l'Archeologia, dopo poco tempo, la paura divenne fascino nei confronti di tale essere, e facemmo una lunghissima conversazione, non so da dove lo prese, ma mi offrì cibo e bevande e mi chiese se potessi tornare la notte dopo, senza dirlo a nessuno, e io lo feci, non so perché, ma uno strano sentimento nei suoi confronti era nato e non riuscivo a togliermelo dalla testa. Mi disse che se fossi tornato avrei avuto molte più risposte a patto del silenzio.

Society of the Damned


Aprile 1993, Pozzo di Ekron, il giorno dopo.
Mi recai li per le notti successive, sempre mantenendo il silenzio con il resto del mondo, e ogni notte le pietre erano nuovamente rimosse, per poi risistemarle alla mia uscita. In quelle notti io la aggiornai grazie alle nozioni storiche di ciò che era accaduto e a sua volta mi correggeva e spiegava cosa accadde realmente nel passato che sosteneva di aver vissuto, e poi finalmente mi rivelò che cosa era. Un Vampiro, ma a quel punto non mi scioccai, avendo ormai capito che in questo mondo sono molte le cose che noi uomini non conosciamo. Lei ci chiama figli di Seth, mentre lei è della stirpe di Caino. Mi spiegò la differenza dei figli di Caino, che antropologicamente si dividevano come le etnie dei mortali in Clan, e lei faceva parte dei mediorientali Assamiti, figli di Haquim, e mi disse della magia e delle leggende, per non parlare di altri esseri che abitano questo mondo, cosa che mi scosse ma a sua volta mi affascinò ancora di più, autocommiserandomi nella mia ignoranza.
Ma quella notte, sei giorni e sette notti dal nostro primo incontro, mi disse, che dopo tutte queste rivelazioni, avrei dovuto fare una scelta, unirmi a lei, o morire con la poca verità che avevo guadagnato. Mi impaurì quella scelta postami con tanta noncuranza, ma la mia mente non vacillò, e alla promessa di tante rivelazioni mi inchinai di fronte a lei con umiltà. Lei mi si avvicinò, mi accarezzò il volto e mi baciò con affetto, le sue unghie mi fecero due profondi solchi sotto gli occhi, e mi disse, “che tu possa osservare meglio”, poi le sue labbra si posarono sul mio collo, assaporando la mia vita, e li io morii, e nacque, come la mia amata Sire proclamò, Ekron, e che il mio vero nome fosse nascosto a chi potesse usarlo contro di me.

Archeo Mind Magician

Dicembre 2006, Alamut
Passai gli anni seguenti a seguire la mia Sire, e insieme apprendemmo la situazione attuale del clan Assamita in questi tumultuosi anni, lo scisma. Non ci esponemmo ne da una parte ne dall'altra, anche perché Amhea era temuta e rispettata nel clan e nessuno osò farle pressione e lei si limitò a consigliare con poca enfasi una riconciliazione, ma le sue parole vennero perse nel vento, ostinati com'erano i due pretendenti al trono del più Anziano di ottenere la vittoria, ma comunque ci scavammo una nicchia ad Alamut per vivere e studiare assieme. In quel periodo, come tuttora, mi dedicai intensamente allo studio della storia Cainita, ostinato a raggiungere i suoi segreti, apprendendo dalla mia adorata sire e dagli altri membri più anziani del Clan, anche se le pressioni fazionali si fecero sempre più pesanti. Appresi l'antica arte della Stregoneria Assamita, e fui fiero quando capii quale ruolo aveva la nostra casta, la guerra agli scellerati Infernalisti. In quel periodo strinsi amicizie anche con un altra studente della casta, e tuttora ci teniamo in contatto, accomunati come siamo dall'interesse sia Magico che dalla storia Cainita e delle sue leggende. Purtroppo quel apparente periodo di tranquillità e accrescimento ebbe un terribile e brusco picco di disperazione.
All'inizio si presentò come un intuizione della mia Sire, aveva avvertito da alcune missive, che gli giungevano da vecchi Fratelli fuori dal Clan Assamita che un antico pericolo si stava riversando nei territori limitrofi a Israele, e quindi mi impose di partire per una cerca assieme a lei, una questione che non poteva assolutamente delegare. E quindi Partimmo.

From the abyss with Love

Gennaio 2007, Ghutti
Avevo da poco assistito alla scomparsa del mio Sire, non mi aspettavo un tale Caos.
Feci di tutto per proteggerla, ma non potevo niente contro il suo avversario. Le nostre ricerche ci portarono in questo sperduto villaggio, dove avevamo appreso che le sparizioni erano divenute enormemente insensate e c'erano scaramantici mortali che affermavano fenomeni sinistri e malefici. Non ci volle molto ad Amhea, individuare un duo di Cainiti che stava sperimentando sul villaggio dei rituali a me sconosciuto, ma capii dalle reazioni del mio sire, che loro erano i famosi nemici per cui la nostra casta era stata creata. Combinavano inquietanti poteri legati all'ombra, con poteri derivanti da malsane divinità degli Inferi. Nottetempo ci infiltrammo nella loro tana, ma a quanto pare ci stavano aspettando. Vivevano in un vecchio tempio di origine post colonizzazione cattolica, probabilmente eretto verso l'ultima crociata, nei sotterranei squisitamente celati avevano eretto un contro tempio in onore a un entità assimilabile a Barbatos, uno dei luogotenenti di satana per testi come la Pseudomonarchia Demoniaca o la clavicola di Salomone, ma non ne ero certo. Comunque, la battaglia infuriò e io mi gettai a combattere contro l'apprendista del Vampiro più anziano, la lotta fu lunga e terribile, persi un braccio all'altezza della spalla, ma comunque riuscì a impalare l'orribile servo del demonio, ma la mia sire stava ancora combattendo, quindi mi gettai ad aiutarla, ma una voce dentro me si destò, e gridò forte un ordine che non potei non compiere, fuggire. Mentre mi allontanavo dal loco, con l'ultimo sguardo vidi i due scomparire mentre il combattimento era diventato un duello all'arma bianca, e la voce mi sussurrò, “Segui la strada che hai scelto, a qualsiasi costo”... furono le ultime parole della Donna che ho amato più di ogni altra cosa al mondo.
Finito l'effetto del comando la notte seguente tornai nel luogo, con l'intenzione di ritrovarla, ma non vi era nessuna traccia di lei o del Maestro Infernalista, ma trovai le tracce di sangue di chi era stato impalato da me la notte prima, che strisciavano fuori dal loco, e su di un muro, c'era una scritta fatta con il sangue, EKRON. Sapeva chi sono e probabilmente voleva vendetta, come la bramavo anche io, insieme a risposte, che magari lui aveva.

Thinking about the Past

Giugno 2009, Il Cairo
Passai gli anni seguenti a cercare in lungo e largo cercando le tracce sia dell'Infernalista che della mia Sire, ma senza nessun risultato, in più, passando per Gerusalemme, dove tutti mi davano per morto, riuscì a vedere una cosa che mi rattristo non poco, la mia vuota tomba, e a piangermi c'era mio Padre. All'inizio stentavo a crederlo, ma solo la morte mi ha ricongiunto hai miei cari. Nonostante la malinconia, mi diede ugualmente forza, e pensai nuovamente alle ultime parole di Amhea, “ Segui la strada che hai scelto, a qualsiasi costo” e decisi di ricominciare una nuova Non Vita, e dedicarmi nuovamente alle mie passioni. Quella notte, osservai da lontano la mia famiglia mortale, e gli diedi silenziosamente il mio ultimo saluto, senza mai farmi vedere. Avevo solo un nome ed una Discendenza, e viaggiai solo con essi. Mi mantenni in contatto epistolare con Samara, l'Assamita della casta degli stregoni con cui strinsi un legame, e mi decisi di non tornare ad Alamut finché non avessi chiaro a quale fazione schierarmi, visto che non avevo più la protezione della mia Sire. Viaggiai per il medioriente e ricevetti ospitalità anche dagli infidi Serpenti e da alcune cellule Camarilliche, e scoprii che la mia Sire non era conosciuta solo a livello di Clan, ma aveva diverse nomine anche in altri clan. Era stata considerata una cacciatrice di Infernalisti degna di rispetto e onore, e man mano che sentivo storie il mio orgoglio nei suo confronti cresceva esponenzialmente. Mi fermai brevemente in ogni località, per capire se vi fosse qualcosa nelle mie ricerche e poi mi congedavo. Fino al giorno del Conclave.


Illusion Dissolved

Lo scisma si fece più pesante ed una fazione si unì alla Camarilla, rimasi perplesso ma incuriosito, e in più si vociferava di uno scisma a livello di clan anche negli infidi Tremere. E si vociferava di un bieco male a Roma, città di Antichità e Inquisitori. La cosa mi affascinò a tal punto che decisi di partire alla volta della Versilia, dove stazionava un principato Camarillico da diversi decenni, e quindi, decisi di approfittarne per ampliare le mie conoscenze sulla setta, e magari dare una svolta alla mia indecisione riguardo al Clan, e nel frattempo verificare le voci su Infernalisti a Roma. Nel frattempo durante i miei viaggi ero riuscito a stipulare un assemblea occulta, che con la quale ci scambiavamo informazioni sulle storie Cainite, trovando diversi appassionati di vari clan bramosi della mia stessa passione, il circolo che si riunisce due volte l'anno a Gerusalemme si chiama “EGO” ed è un assemblea informale di liberi fratelli, dove non menzioniamo ufficialmente l'appartenenza a fazioni clan o sette, e ognuno è libero di illustrare, scambiare o dibattere delle sue scoperte riguardo alla Storia Cainita.
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Camarilla
Jefferson Hope "Pantera"
Dominatore del Dominio di La Spezia

-… Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspetti... -