00 24/12/2006 11:10
"Facendo le cose in privato, ci sarebbe un modo per andare incontro al suo [di
Piergiorgio Welby] desiderio di interrompere le terapie che lo tengono
artificialmente in vita, come si farebbe nel caso di una forma di accanimento
terapeutico. Ma se le cose si fanno pubblicamente, allora e' un gran pasticcio,
per via del collegamento che immediatamente si stabilisce con l'eutanasia".
(dottor Myles N. Sheehan, sacerdote gesuita e medico presso il Loyola
University Medical Center di Chicago, esperto di problemi etici concernenti
l'eutanasia, "The New York Times", 20 Dicembre 2006)
tinyurl.com/u4ef5




"In merito alla richiesta di esequie ecclesiastiche per il defunto Dott. Piergiorgio Welby, il Vicariato di Roma precisa di non aver potuto concedere tali esequie perché, a differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del Dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica (vedi il Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2276-2283; 2324-2325). Non vengono meno però la preghiera della Chiesa per l’eterna salvezza del defunto e la partecipazione al dolore dei congiunti".
(Vicariato di Roma, Ufficio stampa e comunicazioni sociali, COMUNICATO STAMPA, 22 dicembre 2006)
www.vicariatusurbis.org/




"Un collaboratore del parroco della parrocchia di Don Bosco a Roma, don Giovanni Nonne, alla richiesta dei familiari di celebrare il funerale religioso, ha informato Mina Welby che il Vicariato sospende la funzione per la “troppa esposizione mediatica”, e suggerisce di celebrare la funzione tra molti giorni in un contesto ristretto ai soli familiari".
( tinyurl.com/tkqaf )




"Quando si sara' acquetata l'ondata di emozioni contrastanti che nelle ultime due settimane sono state suscitate dai suicidi di Cagliari e di Gardini, occorrera' fare alcune riflessioni "fredde".
(...)
La seconda osservazione fredda e' che il carcere e' una cosa atroce, altrimenti non sarebbe uno strumento di punizione. Salvo che le carceri italiane sono piu' atroci di altre, ragione per cui andrebbero riformate. Molti lo sapevano gia', ma la maggioranza se ne accorge oggi. Perche'? Perche' ne hanno sofferto persone importanti. E' mostruoso? No, sin dai tempi dei tragici greci si sa che la sventura di un uomo potente, che cade dall'alto, colpisce piu' della sventura degli umili. A dirlo puo' sembrare pochissimo cristiano, ma le nostre emozioni sono ancora pagane.
A questa sensibilita' pagana si e' attenuta anche la Chiesa. Tutti abbiamo sempre saputo che quando si uccide un poveretto, soventissimamente il parroco gli nega il funerale religioso. La statura sociale dei due ultimi suicidi ha indotto le autorita' ecclesiastiche a provare che questo principio non va preso troppo sul serio".
(Umberto Eco, "L'Espresso", 8 agosto 1993)




"Dalla mia prigione infame, da questo corpo che - per etica, s'intende - mi sequestrano..."
(Piergiorgio Welby, lettera, 9 dicembre 2006)
www.lucacoscioni.it/node/7733








INES TABUSSO