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1 AGOSTO 2003
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Cerimonia del ventaglio
Appuntamento venerdì 1 agosto
Venerdì 1º agosto, alle ore 12, nel "transatlantico" di Palazzo Madama, avrà luogo la tradizionale cerimonia del "Ventaglio", nel corso della quale il Presidente del Senato, Marcello Pera, incontrerà i giornalisti parlamentari per lo scambio degli auguri e scoprirà la statua "Italia" di Giuliano Vangi.





II Senato ringiovanisce: via libera all'arte contemporanea
Paolo Conti
Corriere della Sera 11/10/2003

«L'ho sempre pensato e lo ripeto. Il Senato è un'istituzione viva che deve guardare alla contemporaneità studiando e seguendo i tempi nuovi. Non può essere vincolata al passato nemmeno esteticamente. Un dialogo aperto con l'arte contemporanea è uno degli elementi essenziali di questo rapporto con l'oggi». Il presidente del Senato, Marcello Pera, sembra molto soddisfatto dei canali aperti con molti artisti italiani dei nostri giorni.
Entro la fine dell'anno, in uno spazio tra il Transatlantico e l'aula, nascerà la «Sala Ghia», dedicata appunto a Sandro Ghia, uno dei campioni della Transavanguardia: un tavolo in metallo sorretto da due sculture e una grande tela. Sempre tra poche settimane arriverà in Transatlantico una tela di Piero Guccione, più grande dei suoi tradizionali spazi minimalisti: e con lui approderanno anche sei opere di giovani artisti del suo gruppo di Scicli. Poi sarà il turno di Mimmo Paladino. Due luminose nature morte dell'iperrealista Luciano Ventrone rischiarano da tempo la bouvette. Nel chiostro accanto alla biblioteca del Senato, in piazza della Minerva, un'altra scultura di Sandro Ghia (un angelo con una sola ala) offre il proprio cuore ai visitatori, mentre nella sala delle conferenze appare una figura femminile dorata di Giuliano Vangi.
Ed è stata proprio una seconda opera di Vangi collocata in Transatlantico, ribattezzata «Italia» dall'autore su idea di Pera, a scatenare la nota polemica estiva. Si tratta di un tronco liscio e cilindrico in legno color rosa antico che imprigiona un volto enigmatico adornato di treccine in avorio. Una «Italia» ancora inespressa? Chissà. Il simbolo non è piaciuto a uno dei vicepresidenti del Senato, il leghista Roberto Calderoli che ha parlato di «monumento al viagra, un superpreservativo» e ne ha chiesto la rimozione organizzando una raccolta di firme. In un primo tempo aveva ottenuto l'adesione di alcuni esponenti della stessa maggioranza. Poi, dopo ripensamenti estetico-politici, molte firme sono state ritirate e ora restano solo alcuni leghisti e pochi Ds.
Spiega allora Pera: «Confesso di aver trovato assai mediocre il linguaggio usato perché mi sono dispiaciuti la qualità e i modi. Ritengo poi strumentale la stessa polemica. La mia proposta di acquistare arte contemporanea è stata approvata dal consiglio di presidenza e le ipotesi sono state vagliate da una commissione formata da due senatori esperti d'arte come Ottaviano Del Turco, che è anche pittore, il quale ha rappresentato l'opposizione, e da Antonio D'Ali, appassionato collezionista, per la maggioranza. Poi ci sono il segretario generale, il soprintendente di Palazzo Madama e il sottoscritto. Un'operazione dunque ampiamente condivisa: c'è stato un eccesso di critica e non solo verso la presidenza. Ma a me ora importa proseguire nel lavoro già avviato. Anche perché sia alla Camera che alla Consulta da tempo l'arte contemporanea è visibile, presente negli spazi: al Senato no. Ed è incomprensibile».
Il presidente del Senato racconta di aver potuto contare sulla grande disponibilità degli artisti contemporanei interpellati «che hanno ceduto le loro opere a un prezzo diciamo così
di costo. Molti di questi lavori, sul mercato, valgono moltissimo. Pensiamo appunto a Vangi che, vicino a Tokio, può vantare un intero museo dedicato alla sua produzione. Poi c'è stato il contributo di alcuni sponsor che si sono contentati di una piccola citazione. Il risultato è che ora molti altri artisti contemporanei, di cui non farò il nome, hanno offerto la propria collaborazione dopo aver visto i primi innesti: si sentono più coinvolti anche nei confronti di un'istituzione con cui non si pensava di poter dialogare dal punto di vista artistico».
Resta, ammette Pera, un problema di assuefazione estetica, cioè di abitudine visiva. Poi bisognerebbe aggiungere un altro dato. Le tappezzerie baroccheggianti di molti locali del Senato, che spesso risalgono agli anni '60, sembrano fatte per respingere ogni contatto col mondo di oggi. E uno sfondo, si sa, ha il suo peso estetico.






Mecenati Al Senato
Panorama 09/10/2003

Una crisalide rosa antico, una donna imbozzolata, non ancora sbocciata, che dal tronco liscio, cilindrico e senza forme, fa vedere di sé solo un volto androgino intagliato nel legno e adorno di treccine d'avorio e d'oro. Sono questi i materiali usati da Giuliano Vangi, scultore di fama internazionale che lo scorso anno ha vinto il Praemium Imperiale, il Nobel delle belle arti, per creare la statua che da qualche tempo troneggia nel salone di Palazzo Madama, battezzata, dal presidente Marcello Pera, «Italia». E come l'Italia di oggi è forse incompiuta ma, dice Pera, «ferma e serena, è l'Italia delle potenzialità».
«Ferma e serena» anche di fronte alle polemiche sollevate dal leghista Giuseppe Calderoli (uno dei vicepresidenti del Senato), che ha parlato della statua come di un monumento al Viagra e si è messo a raccogliere firme per mandarla in cantina. L'opera, in ogni caso, è l'ultima di una serie di pezzi d'arte contemporanea che hanno cominciato ad adornare i palazzi del Senato, su iniziativa della commissione artistica di Palazzo Madama (Pera e il segretario generale Antonio Malaschini, i senatori Ottaviano Del Turco e Antonio D'Alì. Un'altra statua di Vangi dorata, in metallo.








www.emmi.it/pdf/Completo%2011.pdf

Exibart.onpaper
eventi d'arte in italia
dicembre 2003 - gennaio 2004

Roma, i senatori non la
vogliono ma la scultura di
Vangi resta a Palazzo Madama

Fermo restando che l'arte di Giuliano
Vangi non asseconda esattamente i
gusti e gli interessi di questo giornale,
ci sentiamo di segnalare la patetica iniziativa
del senatore leghista Roberto
Calderoli. Tra i mille problemi che
assediano il Paese il lumbard ha deciso
di occuparsi - forte del ruolo di vicepresidente
del Senato - di promuovere
una petizione per far togliere dal
Transatlantico di Palazzo Madama una
scultura di Giuliano Vangi voluta da
Marcello Pera e inaugurata in agosto.
Ancor più preoccupante è il fatto che la
petizione ha avuto gran seguito presso
la nostra colta e liberale classe dirigente,
collezionando 165 firme. Ovvero la
maggioranza assoluta. Ma, stando alla
segnalazione del settimanale "Il
Mondo", il presidente Pera non ha nessuna
intenzione di togliere la statua.







CORRIERE DELLA SERA
3 GIUGNO 2006

Trasloco in vista per la scultura in legno rosa voluta da Pera nel Transatlantico del Senato. L’opera dello scultore Vangi, una colonna sormontata da una testa di donna, a sfondo fallico, sarà rimossa. «L’ufficio di presidenza ha quasi deciso di toglierla - ha detto ieri il leghista Calderoli -. Se a Pera piace tanto, se la porti nel suo ufficio».

INES TABUSSO