00 20/04/2012 15:47
Nome: Tantasa
Clan: Toreador Antitribu
Natura: Deviato
Carattere: Mostro
Sire: Enver Frasheri (personalità Toreador, Clanbook)
Rifugio: Roma
Generazione: 11a -> 10a

Tratti:

Forza: 2
Destrezza: 5
Costituzione: 4

Carisma: 5
Manipolazione: 1
Aspetto: 4

Percezione: 3
Inteliigenza: 3
Prontezza: 4

Alertness: 2
Athletics: 5
Brawl: 4
Dodge: 4
Empathy: 0
Expression: 0
Intimidation: 3
Leadership: 2
Streetwise: 1
Subterfuge: 1

Animal ken: 0
Crafts: 0
Drive: 0
Etiquette: 0
Firearms: 2
Melee: 3
Performance: 4 (scultura)
Security: 0
Stealth: 1
Survival: 5

Academics: 0
Computer: 1
Finance: 0
Investigation: 4
Law: 0
Linguistics: 2 (Brasiliano, Italiano, Inglese)
Medicine: 4
Occult: 4
Politics: 0
Science: 1

Discipline:

Auspex: 2
Velocità: 3
Ascendente: 5

Background:

Mentore: 5
Generazione: 2
Risorse: 3
Contatti: 4
Ghoul: 2

Virtù:

Coscienza/Istinto: 4
Self-Control/Convinzione: 3
Coraggio: 5

Sentiero della notte fredda: 6
Volontà: 6

Pregi/Difetti:

Sire di Prestigio
Alleato sovrannaturale (mago)

Derangement: bipolarismo
Destino segnato

Background:

Quando Enver si trovava in uno dei suoi soliti giretti nella foresta dell'Amazzonia, agli inizi del 1900, veniva spesso colto da brevi e fugaci attacchi di solitudine. Più volte, nella sua non vita, aveva provato a creare legami, più involontariamente che non, e tutte le volte aveva fallito: aveva allevato un ghoul, e si era andato a nascondere alla prima occasione da un Anziano Nosferatu; aveva stretto amicizia con uno strano Tzimisce, e questo era poi diventato Cardinale del Sabbat; aveva anche provato ad abbracciare una femmina di cui, credeva, si era innamorato.. ma la uccise la notte seguente. Così, perduto nei villaggi dell'Amazzonia, decise che avrebbe nuovamente tentato di recidere i legami con la solitudine che lo seguiva da decenni, e provò ad abbracciare il primo malcapitato sulla sua strada: Tantasa.
Tantasa era un pescatore come tanti in quei luoghi, abitante di un villaggio sperduto sulle rive del Rio, e in una notte sfortunata decise di attardarsi sulla sua piccola imbarcazione qualche minuto in più, dopo il calare del sole. I minuti divennero ore e, dopo aver finalmente deciso di rincasare, si accorse che la marea lo aveva spostato più a valle di quanto avesse pensato, e non riusciva neanche a vedere le piccole fiammelle delle torce del suo villaggio. Spaventato prese il remo e cominciò a remare, quando finalmente si accorse di due occhi rossi che lo fissavano dalla riva a Nord. Ebbe la strana sensazione che quegli occhi lo stavano osservando da molto tempo, ma non fece in tempo a finire il pensiero che saltarono dalla riva direttamente addosso a lui, travolgendolo e buttandolo in acqua, rovesciando l'imbarcazione. In una frenetica lotta sottomarina, Tantasa sentì la presa schiacciante di un morso sul collo e perse i sensi. Soltanto poco dopo si risvegliò, morto e con una gran sete. Il lupo che lo aveva azzannato, direttamente sopra di lui, gli porgeva una zampa per bere, e lui beveva.
Le notti cominciarono a scorrere, e lui apprendeva ciò che poteva da quello strano lupo, che ormai aveva identificato come un demone a cui non poteva far altro che soggiogarsi come schiavo, e forse un giorno avrebbe avuto un premio. Qualche mese dopo, però, il destino aveva in serbo per lui grandi novità: un Pack Sabbatico (lui, ancora, neanche sapeva cosa fosse un Vampiro) decise di fermarsi nel suo villaggio per fare colazione, e nessuno ne uscì vivo. Quando si accorse della scena, Tantasa partì in preda alla furia, senza che il lupo, Enver, potesse fare niente per fermarlo. Era già in frenesia, al centro del Branco che finiva di pasteggiare, prima che lui si accorgesse della sua rabbia. Aveva fallito di nuovo, così riprese il suo cammino per il mondo, abbandonando la sua nuova progenie ad un prevedibile destino.
Ma non andò così.
Tantasa sopravvisse a quella notte, e a molte che seguirono, finché non riuscì a farsi strada nel Sabbat e ad accumulare contatti e conoscenze. La maledizione del sangue lo aveva colto fin dall'inizio con dei problemucci che, soltanto in seguito, sarebbero stati idenfiticati come malattie mentali. Ma alla fine, si accorse, nel Sabbat non era così infrequente, e per la prima volta dopo anni, a Rio de Janeiro, si sentì finalmente a casa.
In Brasile, la presa della Camarilla era praticamente inesistente, e molte volte c'era da combattere con cose ben più pesanti che un manipolo di checche schiave dei loro Anziani. Tantasa si era abituato fin da giovane vampiro a cacciare le creature del bosco e, anche se queste scorribande non erano così frequenti, poteva dirsi che era diventato abbastanza esperto. Ma ciò che lo allietava di più, a serate, era la creazione di stoffe da materiali pregiati. Non aveva mai conosciuto un'arte del genere da umano, sempre vissuto tra esche e ami, eppure la maledizione gli aveva portato una certa curiosità per un grande numero di mansioni mondane che prima non aveva mai assaporato, e tra queste decise che il cucito gli sarebbe stato comodo. La pelliccia di un Lupino, per esempio, fu il suo primo compimento della sua nuova arte. Purtroppo quest'arte, come imparò in seguito, non era ben vista dai suoi compagni di Branco, deridendolo continuamente e offendendo la sua stirpe. Fu così che, una notte, li massacrò tutti, e si trasferì in un altro Branco, pronto, ancora una volta, a difendere la sua passione.
Sempre alla ricerca di nuovi materiali, Tantasa girò tutta l'America, dalla Meridionale alla Settentrionale, passando senza indugio da quella Centrale. E fu lì, di ritorno da uno dei suoi viaggi nel Nord, che conobbe quella che sarebbe stata la sua maestra, una creatura infida e malevola che nessuno vorrebbe incontrare sulla propria strada. Non riuscirà mai a identificare la sua reale natura, ma in quelle notti decise che avrebbe potuto imparare molto da lei, e così decise di aiutarla. Lei, in cambio, gli predisse il futuro, gli disse che sarebbe morto, molti anni dopo, per mano di un Vampiro del suo stesso Clan, e che nessuno avrebbe potuto impedire quel destino. Il nome di quel vampiro era Galois. Tantasa aveva già visto i poteri di quella creatura in azione, e sapeva perfettamente che le sue previsioni erano esatte, così s'informò sulla persona e decise di evitarlo. Fu soltanto in seguito, da qualche anno, che ha deciso di andare incontro al suo destino, quando ormai sentiva che non sarebbe più riuscito a dormire, di giorno, ossessionato da questi pensieri.
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Il Tristo e Inconsapevole Induttore Compulsivo di Riunioni
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